mercoledì 19 dicembre 2012

Alcune norme e pratici consigli per crescere e rafforzare il carattere e l'autocontrollo del cucciolo

Primi mesi: tanta curiosità e bisogno di protezione Il cucciolo prima dell’adolescenza – periodo che varia nelle diverse razze, tra i 6 e i 12 mesi – si esprime essenzialmente in modo “et-epimeletico”, parola difficile che gli etologi utilizzano per indicare tutti quei comportamenti tesi a chiedere protezione e cura, come stare vicino, mettersi sul fianco, spingere con la zampa anteriore, porsi a pancia in su, leccare il viso.Il gioco Il cucciolo inoltre è fortemente portato al gioco, è molto reattivo e vitale, un vero e proprio tripudio di energie cognitive e motorie che, associate all’imprecisione e all’incompetenza della sua tenera età, lo rendono buffo innescando in noi atteggiamenti di benevolenza.
Una base sicura deve essere una guida
I cuccioli ci gratificano e questo rischia il più delle volte di farci dimenticare l’indispensabile compito educativo che viceversa siamo chiamati ad assolvere nel primo anno di vita del cane. Il cucciolo infatti esplora non soltanto il mondo ma anche e soprattutto le relazioni, cercando di capire cosa può fare e cosa no, come comportarsi per ottenere dei benefici, quale il modo e le regole di interazione che valgono all’interno del gruppo.
Ecco quando dargli le indicazioni decisive E’ questo il momento giusto per impartirgli insegnamenti precisi circa il modo corretto di comportarsi, evitando di lasciarsi prendere solo da quella tenera e scherzosa benevolenza che giustamente accordiamo ai cuccioli. Il rischio che corriamo è di far credere al cane che quello è il comportamento accettato dal gruppo, che per lui non ci sono regole perché può fare ciò che vuole, rendendolo così incapace di negoziare le istanze, rassegnarsi di fronte a un proposito, accettare delle regole condivise.
 Si tratta un problema che inizia a manifestarsi in modo fastidioso in preadolescenza – il cucciolo è ipercinetico e testardo, abbaia in modo insistente se non viene considerato, prende con la bocca e strappa – per poi assumere connotati molto più problematici e preoccupanti nel periodo della maturità sessuale.
In fondo siamo stati noi a favorire quel “caratterino”, con la mancanza di coerenza nel correggere i suoi comportamenti, avendoli tollerati perché da cucciolo fanno sorridere, avendo mancato in costanza nel definire regole, abitudini e stili di vita accettabili.

Educare prima dell’adolescenza
L’adolescenza porta in superficie, rendendoli più acuti e problematici, tutti gli errori che abbiamo commesso prima, astenendoci da quel compito educativo iniziato sotto le ali materne. Nei primi due mesi di vita la mamma, al contrario di noi, è inflessibile col cucciolo, insegnandogli a gestire la frustrazione, a rispettare turni e gerarchie, a negoziare le istanze, a controllare la propria forza soprattutto nel morso.
Per questo c’è una differenza incredibile tra un cane che ha potuto trascorrere tale periodo con la mamma e uno tolto prematuramente dalla cucciolata: quest’ultimo ci appare indisciplinato, egocentrico, caparbio, incontrollato e fuori misura in tutte le sue espressioni.
 Da molti anni gli studiosi di scienze comportamentali raccomandano di lasciare il cucciolo per i primi due mesi di vita con la mamma proprio per prevenire quel profilo di indisciplina che crea difficoltà relazionali ancor prima dell’adolescenza: perché il cucciolo tende a mordere anche solo per giocare ma stringe troppo e fa male, perché è irrefrenabile nei suoi proponimenti e non si riesce mai a farlo desistere, perché si pone in modo conflittuale se si cerca di fermarlo, perché incapace di autocontrollo e di stare calmo e quindi risulta ingestibile in casa come fuori in passeggiata.

Imparare da subito la socialità
Un altro errore che molti proprietari fanno è quello di tenere il cucciolo nei primi mesi dopo l’adozione relegato in casa, non consentendo il processo di socializzazione con le altre persone e con gli altri cani.
 In breve tempo il nostro cane svilupperà una sorta di diffidenza verso gli estranei che lo porterà a mettere in atto comportamenti ambivalenti, come minacciare e arretrare, abbaiare contro e rifugiarsi vicino alle nostre gambe, mostrare i denti e mettere la coda tra le zampe.
Se per un malaugurato motivo in uno di questi eccessi contraddittori il cane arriva a mordere ottenendo l’agognato allontanamento dell’estraneo, il rischio è quello di trasformare questo gesto come una ricetta solutiva utile da usare tutte le volte che il soggetto si sente in difficoltà.

Anche per questo non smetterò mai di raccomandare i proprietari di evitare di confinare il cucciolo in casa o nel giardino ma di portarlo a conoscere il mondo esterno a partire dal primo mese post-adottivo. Una buona soluzione per questo apprendistato sociale sono le puppy class, percorsi tutorati da medici veterinari ed educatori cinofili dove più coppie persona-cucciolo si incontrano e imparano le regole corrette di relazione. In fondo è proprio la natura sociale del cane a richiedere un apprendistato educativo capace di trasformare le propensioni interattive tipiche della sua etologia in vere e proprie competenze relazionali.

Alcune regole sempre valide
  • Per diventare una guida per il proprio cane gestendo le iniziative e dandogli delle regole con dolcezza ma con fermezza
  • Evitare l’utilizzo della bocca come coordinata interattiva: esagerando con i giochi di tira-molla, incentivando la presa con il salto nel ruba bandiera con oggetti, mettendo continuamente le mani nella bocca del cucciolo, facendo giochi predatori con le mani o con il corpo
  • Non accrescere la possessività evitando di portare via al cucciolo gli oggetti di bocca senza esercitarsi nello scambio, dare al cucciolo troppi giocattoli da difendere, mettergli a disposizione degli oggetti come certe ossa che evocano una forte possessività
  • Affidarsi al medico veterinario. Finché il cane è cucciolo tutto sembra poco preoccupante ma si tratta di un errore grave, occorre intervenire con tempestività chiedendo consiglio al proprio medico veterinario al fine di correggere prima che il cane raggiunga quel periodo estremamente difficile che è l’adolescenza.
Dr.Roberto Marchesini


giovedì 25 ottobre 2012

Animali in condominio:tradito lo spirito della norma

Più litigi e più abbandoni con l'errata di definizione di "animali domestici". La Commissione Giustizia ha ancora poco tempo per ricredersi.

Le nuove
norme del condominio dimenticano milioni di proprietari pesci, coniglietti, criceti e tartarughe. I medici veterinari italiani della SIVAE continuano ad appellarsi ai Senatori della Commissione Giustizia: ripristinare la definizione di animali "domestici" in animali "da compagnia". E' l'unica definizione corretta.

I medici veterinari della SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici- federata ANMVI) sono stati i primi a sollevare il problema, facendo notare come il termine "domestici" sia fuorviante e paradossale: è domestica la capra, ma non il criceto. Eppure fra i due è chiaro chi può stare dentro gli appartamenti condominiali.

Lo spirito della norma- assegnata in sede deliberante- è di mettere fine al divieto di animali d'affezione nei Regolamenti condominiali, ma se non si correggerà la terminologia, milioni di esemplari, legalmente detenuti dalle famiglie italiane, rimarranno a rischio di discriminazione.

Milioni di silenziosi e innocui animali d'affezione potrebbero finire nella spirale delle liti condominiali, magari solo in funzione pretestuosamente conflittuale. E rischiare l'abbandono, un fenomeno con conseguenze importanti sulla tutela animale e sull'ambiente.

Con un
comunicato stampa e un nuovo appello ai relatori Sen Mugnai e Sen Galperti e a tutti i componenti della 2° Commissione Giustizia, l'ANMVI ha nuovamente sollecitato modifiche al testo

martedì 16 ottobre 2012

Petizione al Governo

Contro lo sfruttamento fiscale degli animali da compagnia

di Marco Melosi, Presidente ANMVI.

Il 40% delle famiglie italiane ospita animali da compagnia. Mantenerli in un momento di grande difficoltà economica come quella che stiamo vivendo diventa spesso difficile ed oneroso. Purtroppo in Italia, nonostante sia una delle nazioni al mondo con la maggiore attenzione verso gli animali, si continua a mantenere sui servizi e prodotti per la loro salute e benessere un regime fiscale che li paragona a beni di lusso: l'aliquota IVA sulle prestazioni veterinarie e sui mangimi è attualmente al 21%.

Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Economia e delle Finanze, al Ministro della Salute, che:
  • l'IVA sulle prestazioni veterinarie e sui mangimi, fra le più elevate in Europa, venga ridotta al 10%,
  • le prestazioni di prevenzione veterinaria e di tutela della sanità pubblica (es. microchip e anagrafe canina e felina, sterilizzazioni maschi e femmine) vengano esentate dall'IVA
  • sia considerata la possibilità di detrazione delle spese veterinarie fino ad un massimale di mille euro,
  • vengano tolti dal redditometro le spese veterinarie sostenute per gli animali da compagnia e il cavallo "d'affezione e/o da passeggiata"

Il Governo di un paese civile attento alla salute ed al benessere degli animali non può che sostenere ed accogliere queste richieste non solo nell'interesse di milioni di famiglie che li ospitano ma anche di tutta la società.
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COME ADERIRE ALLA PETIZIONE:

  • On line (utilizza il form in questa pagina)
  • pdfModulo PDF (da stampare e inviare via fax)
  • docModulo Word (per invio alla casella mail: petizioni@nmvi.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
  • docModulo cumulativo firme (per invio alla casella mail: petizioni@anmvi.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
AVVERTENZA: risparmia tempo e carta, privilegia la firma on line oppure usa il modulo comulativo delle firme.
HAI RACCOLTO TANTE FIRME SU CARTA?
Non faxarle e non spedirle, conservale. E manda una docdichiarazione all'ANMVI con il numero delle firme che hai raccolto.

venerdì 7 settembre 2012

Alimentazione del Cane e del gatto anziani


Il primo passo è determinare a quale età il cane o il gatto sono da considerarsi in età geriatrica.
Questo è di rilevante importanza nel cane in cui la taglia determina l'aspettativa di vita di una razza.
Un cane di taglia piccola(0-9kg) si considera in età geriatrica a circa 12 anni, un cane di taglia media( 10-22 kg) a 10 anni, un cane di taglia grande (23-54 kg) a 8 anni e un cane di razza gigante (> 54 kg)a 6 anni.
Il gatto si considera geriatrico intorno ai 7-8 anni.
L'invecchiamento non è una malattia, è una fase della vita caratterizzata da un'aumentato rischio di sviluppo di alcune patologie, dovuto al fatto che durante questa fase della vita,a causa dei variati fabbisogni nutrizionali, si assiste ad un alterato utilizzo di alcuni principi nutritivi. Ricordiamo i principali:

Carboidrati(zuccheri): La tolleranza agli zuccheri diminuisce con l'età, per una minore sensibilità all'insulina. L'insulina è un'ormone prodotto dal pancreas deputato al controllo della glicemia, cioè della quantità di zuccheri presenti nel sangue. Questo è il motivo per cui non devono essere in eccesso nella dieta
Lipidi(grassi): Nel gatto si è notata una diminuzione della digeribilità dei grassi,motivo per cui perde peso, nel cane si hanno ancora dati contrastanti circa questo dato.
Antiossidanti: Il loro apporto alla dieta si sta dimostrando sempre più importante. La loro funzione è quella di contrastare la formazione e l'azione dei radicali liberi che si sviluppano in quest'età e che danneggiano gravemente molte cellule portando a fenomeni di artrosi, cataratta, funzioni cerebrali diminuite e perfino alcuni tumori.
Un'altra attività degli antiossidanti è sul sistema immunitario, che risulta sempre più deficitario con l'invecchiamento favorendo così l'insturarsi di processi infettivi. La loro azione è perciò di stimolo sulla risposta immunitaria.Fra i principali agenti antiossidanti ricordiamo la vitamina E.
Proteine:Con l'età vi è una perdità della massa muscolare e un aumento della massa adiposa , questo si accompagna a una perdita di sintesi delle proteine, ecco perchè, soprattutto nel cane, è necessario fornire nella dieta una quantità elevata di proteine .
 
Da questo breve accenno, si evince l'importanza di seguire una dieta bilanciata che, il veterinario, potrà consigliare e seguire per garantire ai nostri animali una vecchiaia serena


venerdì 29 giugno 2012

Ultimi dati sull'abbandono dei cani e sul randagismo


Li ha annunciati il Ministero della Salute che oggi presenta lo spot RAI contro l'abbandono.
L'occasione è data dalla presentazione alla stampa della campagna 2012 del Ministero della Salute contro l'abbandono dei cani. Interverranno il Sottosegretario di Stato alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, titolare della delega alla sanità pubblica veterinaria e Gaetana Ferri, Direttore generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero.

Abbandonare un cane equivale a condannarlo a morte. Questo il messaggio diffuso dalla campagna di sensibilizzazione e prevenzione del randagismo, lanciata oggi dal ministero della Salute. L'iniziativa consiste in uno spot che andra' in onda da oggi cinque volte al giorno fino al 10 luglio sulle reti radiotelevisive Rai. Un guinzaglio che diventa 'cappio' per un cane abbandonato in un bosco dal suo padrone. Le immagini dello spot puntano a condannare un gesto che ha portato a creare in Italia una popolazione di oltre 500 mila cani randagi.

"Se riusciremo a salvare anche un solo animale dall'abbandono - ha detto il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale - avremo raggiunto un risultato. E non bisogna dimenticare che si tratta di un reato. Occorre fare un passo avanti culturale, e' una battaglia di civilta'".

In Italia si stima ci sia un numero di cani randagi che oscilla tra 500 mila e 700 mila. In Italia, rende noto il ministero, i cani di proprietà iscritti all'anagrafe nazionale degli animali d'affezione sono 5 milioni 815 mila 727, e questo dato comprende anche i cani ospitati nei canili-rifugi dei comuni. I canili sanitari autorizzati, nel 2011, sono 915. Al momento il ministero della Salute ha richiesto un aggiornamento dei dati poiché non tutte le regioni hanno provveduto ad una trasmissione puntuale. Secondo gli ultimi dati, nel 2010 l'ingressi di cani nei canili sanitari sono stati 102 mila 365 e di gatti sterilizzati sono stati 69 mila 464.