È chiaro che il cane esprime continuamente la sua parte innata, ovvero quei comportamenti utili alla sopravvivenza in natura già presenti alla nascita, come ad esempio il fermarsi di fronte a una minaccia, il rincorrere ciò che si muove, il ringhiare verso un altro cane, la difesa aggressiva di un oggetto o una risorsa.
Tali comportamenti diventano un problema in città o nelle aree urbane, perché l'ambiente che gli offriamo è assai differente da quello naturale. Se il cane è impulsivo può crearci problemi al parco, negli ambienti affollati, al bar, al ristorante, sui mezzi pubblici e in tante altre situazioni che noi consideriamo normali ma che lui non è abituato a gestire.
Lavorare quindi sulla capacità riflessiva del cane non significa inibirlo, ma più semplicemente costruire e rafforzare in lui la capacità di elaborare gli stimoli e rispondere adeguatamente nelle varie situazioni.
Tra i comportamenti da evitare dobbiamo osservare:
- comportamento diretto e individuale: il cane non ascolta più e non si sente in coppia ma è completamente dedicato al suo obiettivo
- elusione degli autocontrollo: il cane non è in grado di frenare il suo comportamento
- risposta immediata e fuori luogo: il cane agisce attraverso moduli fissi, non contestualizzati, e che hanno tempi di risposta molto brevi
- attivazione estrema: il cane si eccita e questo non solo determina una risposta esagerata ma lo rende eccitabile e quindi ingestibile per un certo periodo.
Un percorso che prevede:
- Un primo focus sul livello di attivazione (arousal), con esercizi (principalmente di tipo olfattivo e di rilassamento) e attività di relazione capaci di suscitare e premiare condizioni di quiete
- L’autocontrollo del cane e la sua capacità di cercare il consenso del proprietario prima di agire (ad esempio con gli esercizi del seduto e resta)
- Il terzo livello riguarda la disciplina delle emozioni e delle motivazioni e mira a integrarle con altre modalità espressive ed eventi o target capaci di suscitarle.
- Portandolo fuori e facendogli conoscere quante più situazioni possibile. In questo modo si formerà un archivio di modelli e di risposte plausibili senza lasciarsi sopraffare dall’agitazione o dalla paura (es. avete mai portato il vostro cane in treno, su un autobus o in metropolitana?)
- Proponendogli esercizi solutivi e giochi di memoria in modo tale da potenziare le sue qualità elaborative e diminuendo di conseguenza la tendenza a rispondere in modo immediato.
Sarà proprio attraverso queste nuove proposte e il corretto indirizzo da parte nostra, che il cane imparerà sempre più a fidarsi delle proprie competenze, sviluppando risposte frutto di una riflessione e non del suo istinto.
Dr Roberto Marchesini