lunedì 14 gennaio 2013

Come educare il cane alla riflessività

Un buon numero di problemi gestionali del cane come ad esempio il tirare al guinzaglio, l'abbaiare al più piccolo fruscio, il rincorrere un gatto incontrato per via, l'entrare in agitazione alla vista di un altro cane o il fuggire disperato a un rumore improvviso, sono tutti sintomi di una forte impulsività.
È chiaro che il cane esprime continuamente la sua parte innata, ovvero quei comportamenti utili alla sopravvivenza in natura già presenti alla nascita, come ad esempio il fermarsi di fronte a una minaccia, il rincorrere ciò che si muove, il ringhiare verso un altro cane, la difesa aggressiva di un oggetto o una risorsa.
Tali comportamenti diventano un problema in città o nelle aree urbane, perché l'ambiente che gli offriamo è assai differente da quello naturale. Se il cane è impulsivo può crearci problemi al parco, negli ambienti affollati, al bar, al ristorante, sui mezzi pubblici e in tante altre situazioni che noi consideriamo normali ma che lui non è abituato a gestire.
Lavorare quindi sulla capacità riflessiva del cane non significa inibirlo, ma più semplicemente costruire e rafforzare in lui la capacità di elaborare gli stimoli e rispondere adeguatamente nelle varie situazioni.
Tra i comportamenti da evitare dobbiamo osservare:
  • comportamento diretto e individuale: il cane non ascolta più e non si sente in coppia ma è completamente dedicato al suo obiettivo
  • elusione degli autocontrollo: il cane non è in grado di frenare il suo comportamento
  • risposta immediata e fuori luogo: il cane agisce attraverso moduli fissi, non contestualizzati, e che hanno tempi di risposta molto brevi
  • attivazione estrema: il cane si eccita e questo non solo determina una risposta esagerata ma lo rende eccitabile e quindi ingestibile per un certo periodo.
Va detto che il comportamento impulsivo non solo crea problemi di gestione e conduzione del cane ma provoca situazioni di stress e disagio e che la riflessività, cioè la capacità di affrontare il mondo senza esserne travolto, si raggiunge solo attraverso un lungo lavoro educativo sul cane.
Un percorso che prevede:
  1. Un primo focus sul livello di attivazione (arousal), con esercizi (principalmente di tipo olfattivo e di rilassamento) e attività di relazione capaci di suscitare e premiare condizioni di quiete
  2. L’autocontrollo del cane e la sua capacità di cercare il consenso del proprietario prima di agire (ad esempio con gli esercizi del seduto e resta)
  3. Il terzo livello riguarda la disciplina delle emozioni e delle motivazioni e mira a integrarle con altre modalità espressive ed eventi o target capaci di suscitarle.
Inoltre per potenziare la riflessività è importante arricchire le sue esperienze, in due sensi:
  • Portandolo fuori e facendogli conoscere quante più situazioni possibile. In questo modo si formerà un archivio di modelli e di risposte plausibili senza lasciarsi sopraffare dall’agitazione o dalla paura (es. avete mai portato il vostro cane in treno, su un autobus o in metropolitana?)
  • Proponendogli esercizi solutivi e giochi di memoria in modo tale da potenziare le sue qualità elaborative e diminuendo di conseguenza la tendenza a rispondere in modo immediato.
A seconda degli interessi e della disponibilità dei proprietari si aprono infinite possibilità di giochi ed esperienze da vivere insieme al proprio cane.
Sarà proprio attraverso queste nuove proposte e il corretto indirizzo da parte nostra, che il cane imparerà sempre più a fidarsi delle proprie competenze, sviluppando risposte frutto di una riflessione e non del suo istinto.