Più litigi e più abbandoni con l'errata di definizione di "animali domestici". La Commissione Giustizia ha ancora poco tempo per ricredersi.
Le nuove norme del condominio dimenticano milioni di proprietari pesci, coniglietti, criceti e tartarughe. I medici veterinari italiani della SIVAE continuano ad appellarsi ai Senatori della Commissione Giustizia: ripristinare la definizione di animali "domestici" in animali "da compagnia". E' l'unica definizione corretta.
I medici veterinari della SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici- federata ANMVI) sono stati i primi a sollevare il problema, facendo notare come il termine "domestici" sia fuorviante e paradossale: è domestica la capra, ma non il criceto. Eppure fra i due è chiaro chi può stare dentro gli appartamenti condominiali.
Lo spirito della norma- assegnata in sede deliberante- è di mettere fine al divieto di animali d'affezione nei Regolamenti condominiali, ma se non si correggerà la terminologia, milioni di esemplari, legalmente detenuti dalle famiglie italiane, rimarranno a rischio di discriminazione.
Milioni di silenziosi e innocui animali d'affezione potrebbero finire nella spirale delle liti condominiali, magari solo in funzione pretestuosamente conflittuale. E rischiare l'abbandono, un fenomeno con conseguenze importanti sulla tutela animale e sull'ambiente.
Con un comunicato stampa e un nuovo appello ai relatori Sen Mugnai e Sen Galperti e a tutti i componenti della 2° Commissione Giustizia, l'ANMVI ha nuovamente sollecitato modifiche al testo
giovedì 25 ottobre 2012
martedì 16 ottobre 2012
Petizione al Governo
Contro lo sfruttamento fiscale degli animali da compagnia
di Marco Melosi, Presidente ANMVI.
Il 40% delle famiglie italiane ospita animali da compagnia. Mantenerli in un momento di grande difficoltà economica come quella che stiamo vivendo diventa spesso difficile ed oneroso. Purtroppo in Italia, nonostante sia una delle nazioni al mondo con la maggiore attenzione verso gli animali, si continua a mantenere sui servizi e prodotti per la loro salute e benessere un regime fiscale che li paragona a beni di lusso: l'aliquota IVA sulle prestazioni veterinarie e sui mangimi è attualmente al 21%.
Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Economia e delle Finanze, al Ministro della Salute, che:
Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Economia e delle Finanze, al Ministro della Salute, che:
- l'IVA sulle prestazioni veterinarie e sui mangimi, fra le più elevate in Europa, venga ridotta al 10%,
- le prestazioni di prevenzione veterinaria e di tutela della sanità pubblica (es. microchip e anagrafe canina e felina, sterilizzazioni maschi e femmine) vengano esentate dall'IVA
- sia considerata la possibilità di detrazione delle spese veterinarie fino ad un massimale di mille euro,
- vengano tolti dal redditometro le spese veterinarie sostenute per gli animali da compagnia e il cavallo "d'affezione e/o da passeggiata"
Il Governo di un paese civile attento alla salute ed al benessere degli animali non può che sostenere ed accogliere queste richieste non solo nell'interesse di milioni di famiglie che li ospitano ma anche di tutta la società.
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COME ADERIRE ALLA PETIZIONE:
- On line (utilizza il form in questa pagina)
Modulo PDF (da stampare e inviare via fax)
Modulo Word (per invio alla casella mail: petizioni@nmvi.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
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