mercoledì 19 dicembre 2012

Alcune norme e pratici consigli per crescere e rafforzare il carattere e l'autocontrollo del cucciolo

Primi mesi: tanta curiosità e bisogno di protezione Il cucciolo prima dell’adolescenza – periodo che varia nelle diverse razze, tra i 6 e i 12 mesi – si esprime essenzialmente in modo “et-epimeletico”, parola difficile che gli etologi utilizzano per indicare tutti quei comportamenti tesi a chiedere protezione e cura, come stare vicino, mettersi sul fianco, spingere con la zampa anteriore, porsi a pancia in su, leccare il viso.Il gioco Il cucciolo inoltre è fortemente portato al gioco, è molto reattivo e vitale, un vero e proprio tripudio di energie cognitive e motorie che, associate all’imprecisione e all’incompetenza della sua tenera età, lo rendono buffo innescando in noi atteggiamenti di benevolenza.
Una base sicura deve essere una guida
I cuccioli ci gratificano e questo rischia il più delle volte di farci dimenticare l’indispensabile compito educativo che viceversa siamo chiamati ad assolvere nel primo anno di vita del cane. Il cucciolo infatti esplora non soltanto il mondo ma anche e soprattutto le relazioni, cercando di capire cosa può fare e cosa no, come comportarsi per ottenere dei benefici, quale il modo e le regole di interazione che valgono all’interno del gruppo.
Ecco quando dargli le indicazioni decisive E’ questo il momento giusto per impartirgli insegnamenti precisi circa il modo corretto di comportarsi, evitando di lasciarsi prendere solo da quella tenera e scherzosa benevolenza che giustamente accordiamo ai cuccioli. Il rischio che corriamo è di far credere al cane che quello è il comportamento accettato dal gruppo, che per lui non ci sono regole perché può fare ciò che vuole, rendendolo così incapace di negoziare le istanze, rassegnarsi di fronte a un proposito, accettare delle regole condivise.
 Si tratta un problema che inizia a manifestarsi in modo fastidioso in preadolescenza – il cucciolo è ipercinetico e testardo, abbaia in modo insistente se non viene considerato, prende con la bocca e strappa – per poi assumere connotati molto più problematici e preoccupanti nel periodo della maturità sessuale.
In fondo siamo stati noi a favorire quel “caratterino”, con la mancanza di coerenza nel correggere i suoi comportamenti, avendoli tollerati perché da cucciolo fanno sorridere, avendo mancato in costanza nel definire regole, abitudini e stili di vita accettabili.

Educare prima dell’adolescenza
L’adolescenza porta in superficie, rendendoli più acuti e problematici, tutti gli errori che abbiamo commesso prima, astenendoci da quel compito educativo iniziato sotto le ali materne. Nei primi due mesi di vita la mamma, al contrario di noi, è inflessibile col cucciolo, insegnandogli a gestire la frustrazione, a rispettare turni e gerarchie, a negoziare le istanze, a controllare la propria forza soprattutto nel morso.
Per questo c’è una differenza incredibile tra un cane che ha potuto trascorrere tale periodo con la mamma e uno tolto prematuramente dalla cucciolata: quest’ultimo ci appare indisciplinato, egocentrico, caparbio, incontrollato e fuori misura in tutte le sue espressioni.
 Da molti anni gli studiosi di scienze comportamentali raccomandano di lasciare il cucciolo per i primi due mesi di vita con la mamma proprio per prevenire quel profilo di indisciplina che crea difficoltà relazionali ancor prima dell’adolescenza: perché il cucciolo tende a mordere anche solo per giocare ma stringe troppo e fa male, perché è irrefrenabile nei suoi proponimenti e non si riesce mai a farlo desistere, perché si pone in modo conflittuale se si cerca di fermarlo, perché incapace di autocontrollo e di stare calmo e quindi risulta ingestibile in casa come fuori in passeggiata.

Imparare da subito la socialità
Un altro errore che molti proprietari fanno è quello di tenere il cucciolo nei primi mesi dopo l’adozione relegato in casa, non consentendo il processo di socializzazione con le altre persone e con gli altri cani.
 In breve tempo il nostro cane svilupperà una sorta di diffidenza verso gli estranei che lo porterà a mettere in atto comportamenti ambivalenti, come minacciare e arretrare, abbaiare contro e rifugiarsi vicino alle nostre gambe, mostrare i denti e mettere la coda tra le zampe.
Se per un malaugurato motivo in uno di questi eccessi contraddittori il cane arriva a mordere ottenendo l’agognato allontanamento dell’estraneo, il rischio è quello di trasformare questo gesto come una ricetta solutiva utile da usare tutte le volte che il soggetto si sente in difficoltà.

Anche per questo non smetterò mai di raccomandare i proprietari di evitare di confinare il cucciolo in casa o nel giardino ma di portarlo a conoscere il mondo esterno a partire dal primo mese post-adottivo. Una buona soluzione per questo apprendistato sociale sono le puppy class, percorsi tutorati da medici veterinari ed educatori cinofili dove più coppie persona-cucciolo si incontrano e imparano le regole corrette di relazione. In fondo è proprio la natura sociale del cane a richiedere un apprendistato educativo capace di trasformare le propensioni interattive tipiche della sua etologia in vere e proprie competenze relazionali.

Alcune regole sempre valide
  • Per diventare una guida per il proprio cane gestendo le iniziative e dandogli delle regole con dolcezza ma con fermezza
  • Evitare l’utilizzo della bocca come coordinata interattiva: esagerando con i giochi di tira-molla, incentivando la presa con il salto nel ruba bandiera con oggetti, mettendo continuamente le mani nella bocca del cucciolo, facendo giochi predatori con le mani o con il corpo
  • Non accrescere la possessività evitando di portare via al cucciolo gli oggetti di bocca senza esercitarsi nello scambio, dare al cucciolo troppi giocattoli da difendere, mettergli a disposizione degli oggetti come certe ossa che evocano una forte possessività
  • Affidarsi al medico veterinario. Finché il cane è cucciolo tutto sembra poco preoccupante ma si tratta di un errore grave, occorre intervenire con tempestività chiedendo consiglio al proprio medico veterinario al fine di correggere prima che il cane raggiunga quel periodo estremamente difficile che è l’adolescenza.
Dr.Roberto Marchesini


giovedì 25 ottobre 2012

Animali in condominio:tradito lo spirito della norma

Più litigi e più abbandoni con l'errata di definizione di "animali domestici". La Commissione Giustizia ha ancora poco tempo per ricredersi.

Le nuove
norme del condominio dimenticano milioni di proprietari pesci, coniglietti, criceti e tartarughe. I medici veterinari italiani della SIVAE continuano ad appellarsi ai Senatori della Commissione Giustizia: ripristinare la definizione di animali "domestici" in animali "da compagnia". E' l'unica definizione corretta.

I medici veterinari della SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici- federata ANMVI) sono stati i primi a sollevare il problema, facendo notare come il termine "domestici" sia fuorviante e paradossale: è domestica la capra, ma non il criceto. Eppure fra i due è chiaro chi può stare dentro gli appartamenti condominiali.

Lo spirito della norma- assegnata in sede deliberante- è di mettere fine al divieto di animali d'affezione nei Regolamenti condominiali, ma se non si correggerà la terminologia, milioni di esemplari, legalmente detenuti dalle famiglie italiane, rimarranno a rischio di discriminazione.

Milioni di silenziosi e innocui animali d'affezione potrebbero finire nella spirale delle liti condominiali, magari solo in funzione pretestuosamente conflittuale. E rischiare l'abbandono, un fenomeno con conseguenze importanti sulla tutela animale e sull'ambiente.

Con un
comunicato stampa e un nuovo appello ai relatori Sen Mugnai e Sen Galperti e a tutti i componenti della 2° Commissione Giustizia, l'ANMVI ha nuovamente sollecitato modifiche al testo

martedì 16 ottobre 2012

Petizione al Governo

Contro lo sfruttamento fiscale degli animali da compagnia

di Marco Melosi, Presidente ANMVI.

Il 40% delle famiglie italiane ospita animali da compagnia. Mantenerli in un momento di grande difficoltà economica come quella che stiamo vivendo diventa spesso difficile ed oneroso. Purtroppo in Italia, nonostante sia una delle nazioni al mondo con la maggiore attenzione verso gli animali, si continua a mantenere sui servizi e prodotti per la loro salute e benessere un regime fiscale che li paragona a beni di lusso: l'aliquota IVA sulle prestazioni veterinarie e sui mangimi è attualmente al 21%.

Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Economia e delle Finanze, al Ministro della Salute, che:
  • l'IVA sulle prestazioni veterinarie e sui mangimi, fra le più elevate in Europa, venga ridotta al 10%,
  • le prestazioni di prevenzione veterinaria e di tutela della sanità pubblica (es. microchip e anagrafe canina e felina, sterilizzazioni maschi e femmine) vengano esentate dall'IVA
  • sia considerata la possibilità di detrazione delle spese veterinarie fino ad un massimale di mille euro,
  • vengano tolti dal redditometro le spese veterinarie sostenute per gli animali da compagnia e il cavallo "d'affezione e/o da passeggiata"

Il Governo di un paese civile attento alla salute ed al benessere degli animali non può che sostenere ed accogliere queste richieste non solo nell'interesse di milioni di famiglie che li ospitano ma anche di tutta la società.
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COME ADERIRE ALLA PETIZIONE:

  • On line (utilizza il form in questa pagina)
  • pdfModulo PDF (da stampare e inviare via fax)
  • docModulo Word (per invio alla casella mail: petizioni@nmvi.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
  • docModulo cumulativo firme (per invio alla casella mail: petizioni@anmvi.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
AVVERTENZA: risparmia tempo e carta, privilegia la firma on line oppure usa il modulo comulativo delle firme.
HAI RACCOLTO TANTE FIRME SU CARTA?
Non faxarle e non spedirle, conservale. E manda una docdichiarazione all'ANMVI con il numero delle firme che hai raccolto.

venerdì 7 settembre 2012

Alimentazione del Cane e del gatto anziani


Il primo passo è determinare a quale età il cane o il gatto sono da considerarsi in età geriatrica.
Questo è di rilevante importanza nel cane in cui la taglia determina l'aspettativa di vita di una razza.
Un cane di taglia piccola(0-9kg) si considera in età geriatrica a circa 12 anni, un cane di taglia media( 10-22 kg) a 10 anni, un cane di taglia grande (23-54 kg) a 8 anni e un cane di razza gigante (> 54 kg)a 6 anni.
Il gatto si considera geriatrico intorno ai 7-8 anni.
L'invecchiamento non è una malattia, è una fase della vita caratterizzata da un'aumentato rischio di sviluppo di alcune patologie, dovuto al fatto che durante questa fase della vita,a causa dei variati fabbisogni nutrizionali, si assiste ad un alterato utilizzo di alcuni principi nutritivi. Ricordiamo i principali:

Carboidrati(zuccheri): La tolleranza agli zuccheri diminuisce con l'età, per una minore sensibilità all'insulina. L'insulina è un'ormone prodotto dal pancreas deputato al controllo della glicemia, cioè della quantità di zuccheri presenti nel sangue. Questo è il motivo per cui non devono essere in eccesso nella dieta
Lipidi(grassi): Nel gatto si è notata una diminuzione della digeribilità dei grassi,motivo per cui perde peso, nel cane si hanno ancora dati contrastanti circa questo dato.
Antiossidanti: Il loro apporto alla dieta si sta dimostrando sempre più importante. La loro funzione è quella di contrastare la formazione e l'azione dei radicali liberi che si sviluppano in quest'età e che danneggiano gravemente molte cellule portando a fenomeni di artrosi, cataratta, funzioni cerebrali diminuite e perfino alcuni tumori.
Un'altra attività degli antiossidanti è sul sistema immunitario, che risulta sempre più deficitario con l'invecchiamento favorendo così l'insturarsi di processi infettivi. La loro azione è perciò di stimolo sulla risposta immunitaria.Fra i principali agenti antiossidanti ricordiamo la vitamina E.
Proteine:Con l'età vi è una perdità della massa muscolare e un aumento della massa adiposa , questo si accompagna a una perdita di sintesi delle proteine, ecco perchè, soprattutto nel cane, è necessario fornire nella dieta una quantità elevata di proteine .
 
Da questo breve accenno, si evince l'importanza di seguire una dieta bilanciata che, il veterinario, potrà consigliare e seguire per garantire ai nostri animali una vecchiaia serena


venerdì 29 giugno 2012

Ultimi dati sull'abbandono dei cani e sul randagismo


Li ha annunciati il Ministero della Salute che oggi presenta lo spot RAI contro l'abbandono.
L'occasione è data dalla presentazione alla stampa della campagna 2012 del Ministero della Salute contro l'abbandono dei cani. Interverranno il Sottosegretario di Stato alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, titolare della delega alla sanità pubblica veterinaria e Gaetana Ferri, Direttore generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del Ministero.

Abbandonare un cane equivale a condannarlo a morte. Questo il messaggio diffuso dalla campagna di sensibilizzazione e prevenzione del randagismo, lanciata oggi dal ministero della Salute. L'iniziativa consiste in uno spot che andra' in onda da oggi cinque volte al giorno fino al 10 luglio sulle reti radiotelevisive Rai. Un guinzaglio che diventa 'cappio' per un cane abbandonato in un bosco dal suo padrone. Le immagini dello spot puntano a condannare un gesto che ha portato a creare in Italia una popolazione di oltre 500 mila cani randagi.

"Se riusciremo a salvare anche un solo animale dall'abbandono - ha detto il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale - avremo raggiunto un risultato. E non bisogna dimenticare che si tratta di un reato. Occorre fare un passo avanti culturale, e' una battaglia di civilta'".

In Italia si stima ci sia un numero di cani randagi che oscilla tra 500 mila e 700 mila. In Italia, rende noto il ministero, i cani di proprietà iscritti all'anagrafe nazionale degli animali d'affezione sono 5 milioni 815 mila 727, e questo dato comprende anche i cani ospitati nei canili-rifugi dei comuni. I canili sanitari autorizzati, nel 2011, sono 915. Al momento il ministero della Salute ha richiesto un aggiornamento dei dati poiché non tutte le regioni hanno provveduto ad una trasmissione puntuale. Secondo gli ultimi dati, nel 2010 l'ingressi di cani nei canili sanitari sono stati 102 mila 365 e di gatti sterilizzati sono stati 69 mila 464.

venerdì 13 aprile 2012

Approvata dalla Commissione Trasporti la riforma 281

La Commissione Trasporti della Camera ha espresso parere favorevole sulla proposta di riforma della Legge 281. Analizzati gli aspetti del soccorso e del trasporto animale.
Soccorso - L'articolo 5, al comma 2, stabilisce che in caso di incidente comunque ricollegabile al comportamento dell'utente della strada si applicano le disposizioni previste dal nuovo Codice della Strada: l'utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti, ha l'obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto il danno e, ove non vi ottemperi, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 389 a euro 1.559.
Inoltre, le persone coinvolte in un incidente con danno a uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti, devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso; chiunque non ottemperi a tale obbligo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 78 a euro 311.
Trasporto di animali d'affezione - L'articolo 20, al comma 1, stabilisce che, fatte salve le disposizioni di cui al regolamento CE 1/2005 del Consiglio del 22 dicembre 2004 - in materia di protezione degli animali, durante il trasporto e le operazioni correlate - il trasporto degli animali d'affezione deve avvenire nel rispetto delle esigenze fisiologiche ed etologiche della specie, evitando ogni sofferenza. In particolare, al successivo comma 2 del medesimo articolo, si dispone il divieto di trasportare animali d'affezione nel bagagliaio dell'autovettura non comunicante con l'abitacolo nonché quello di condurre al guinzaglio animali d'affezione legandoli a mezzi di locomozione in movimento, siano essi a motore o a trazione meccanica o animale. Infine, il comma 3 dell'articolo in esame stabilisce che sui mezzi di trasporto pubblico è consentito il trasporto di animali d'affezione, tenendo i cani al guinzaglio e con la museruola e i gatti all'interno di idonei trasportini.
A questo riguardo l'On Mereu ha ricordato che il Regolamento di polizia veterinaria, nel disciplinare la profilassi della rabbia, stabilisce che il sindaco dispone, tra l'altro, l'obbligo della museruola e del guinzaglio per i cani condotti nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto.

mercoledì 11 aprile 2012

QUALI SONO E COME PREVENIRE LE PIU' COMUNI PARASSITOSI DELLA STAGIONE PRIMAVERA ESTATE

La prevenzione è sempre un argomento di grande interesse e attualità nei nostri amici a quattro zampe, anche per i loro riflessi sulla salute pubblica.
Vediamo insieme quali sono le più comuni infestazioni e come prevenirle.
Possiamo distinguere due categorie principali:
Parassiti esterni: pulci: responsabili della trasmissione di parassitosi quali la tenia, Bartonellosi (nell'uomo l'infezione è nota come malattia da graffio del gatto). Zecche: la cui infestazione, come anche per le pulci, può verificarsi durante una passeggiata in campagna, in un parco cittadino o nelle aree cani. Le zecche sono importanti in quanto trasmettono con la loro saliva malattie come l'ehrilchiosi, la babesia, la rickettesia, Borreliosi (malattia di Lyme).
La prevenzione: Molti sono i prodotti oggi disponibili per evitare che pulci e zecche possano infestare i nostri animali. Sono prodotti spot on che diffondono nello strato cutaneo e sono attivi anche fino a 50 giorni dalla somministrazione. I principi attivi svolgono una funzione di paralisi sul sistema nervoso del parassita e quindi la morte e una inibizione dello sviluppo degli stadi larvali controllando in questo modo la disseminazione nell'ambiente.
Alcuni accorgimenti: Applicare il prodotto in un punto,solitamente il collo, in cui un animale non arriva a leccarsi. Porre anche attenzione, qualora vi fossero più animali conviventi in uno stesso ambiente, che non vi sia un lambimento reciproco dopo il trattamento. Ricordarsi che alcuni prodotti spot on per il cane, attivi anche contro la Leishmaniosi, sono molto nocivi per il gatto.
In caso di ingestione accidentale, lavare bene l'animale, evitando l'acqua calda che ha un'azione vasodilatatrice, e percio' favorisce l'ulteriore assorbimento del prodotto. Evitare che la temperatura corporea si abbassi, questo provocherebbe un aumento di tossicità della sostanza, è consigliato l'immediato trasferimento dal veterinario curante portando con se' il prodotto utilizzato.
Malattie trasmesse da vettori: Insetti: Le zanzare trasmettono la larva della Dirofilaria Immitis responsabile nell'ospite cane e gatto della filariosi cardiopolmonare. Si tratta di un verme nematode che si sviluppa nel cuore destro, (arteria polmonare). I segni clinici sono da moderati a gravi con tosse dapprima occasionale e poi sempre presente, facile affaticabilità e scarsa resistenza all'esercizio fisico, calo del peso e anche grave anemia. La prevenzione si attua con principi che distruggono le larve della microfilaria prima che questa giunga al cuore. Tali prodotti si trovano per somministrazione orale, iniettable o spot on.
I Flebotomi, piccoli insetti simili a moscerini che si nutrono di sangue e ampiamente presenti in Italia e in tutto il bacino del Mediterraneo sono i responsabili della trasmissione di un organismo unicellulare, protozoo, chiamato leishmania. La Leishmaniosi si manifesta con una grande varietà di sintomi. Inizialmente come una piccola area alopecica e crostosa e più tardivamente febbre, aumento dei linfonodi, anoressia, deperimento, crescita eccessiva delle unghie, segni di insufficienza epatica o renale. Si capisce a questo proposito l'importanza della prevenzione che deve avvenire una decina di giorni prima di recarsi nelle località interessate con l'applicazione di collari o spot on appositi. E' di recente introduzione sul mercato il vaccino, il cui uso viene però consigliato solo in alcuni casi particolari.

lunedì 27 febbraio 2012

Obesità del cane e del gatto: relazione uomo-animale

È opportuno ricordare che alcuni stati patologici conseguenti a malattie del comportamento, possono essere alla base dell’obesità. La bulimia è, infatti, un sintomo presente nello stato ansioso permanente e nella depressione cronica.
Durante la progettazione di un piano di restrizione alimentare è necessario eseguire un’accurata valutazione comportamentale.
Un recente studio pilota (A Comparison of the Feeding Behavior and the Human–Animal Relationship in Owners of Normal and Obese Dogs; Ellen Kienzle, Reinhold Bergler and Anja Mandernach) ha reclutato 60 coppie proprietario/cane obeso e altrettante formate da proprietario/cane normale. Dall’elaborazione dei dati raccolti con l’aiuto di un questionario, è emerso che il legame tra proprietario/cane obeso è più stretto rispetto a quello esistente tra proprietario/cane normale: il proprietario ha meno paura di contrarre malattie, affronta con l’animale un gran numero di argomenti di discussione, dorme spesso con il cane, osserva a lungo il pet mentre mangia, somministra un numero elevato di pasti e spuntini al cane, considera poco importante l’esercizio fisico ed il lavoro collaborativo. Queste osservazioni indicano che la somministrazione del cibo è una piacevole forma di comunicazione e d’interazione con il cane: il proprietario di un cane obeso interpreta ogni esigenza dell’animale come una richiesta di cibo. Inoltre, appare poco attento alla propria salute e trasferisce non solo le proprie abitudini alimentari all’animale ma anche la mancanza di apprezzamento per una buona condizione fisica.
Per quanto concerne il gatto è emerso anche qui che il legame tra proprietario/gatto obeso è più stretto rispetto a quello esistente tra proprietario/gatto normale: il proprietario parla con l’animale affrontando un gran numero di argomenti (lavoro, famiglia, amici e conoscenti), la convivenza con il gatto lo ha rassicurato e consolato, l’animale è considerato non solo un membro della famiglia ma anche un bambino da accudire.
La maggior parte dei proprietari di gatti obesi guarda il proprio animale mentre mangia. Inoltre, i proprietari di gatti normali utilizzano il gioco come premio mentre i proprietari di gatti obesi offrono all’animale il cibo preferito. L’alimentazione ad libitum è un fattore di rischio controverso. Infatti, soltanto in alcuni studi è emerso che la possibilità di avere libero accesso al cibo è correlata all’obesità. La maggior parte dei proprietari di gatti obesi percepisce il proprio animale più magro di quanto non sia in realtà.
Altri studi clinici controllati, eseguiti in laboratorio, hanno mostrato che la restrizione alimentare consente ai gatti coinvolti di raggiungere una riduzione del peso.
Un approccio psicologico, come la sostituzione di un comportamento associato all'alimentazione con un comportamento di gioco può migliorare la compliance dei proprietari di gatti  e dei cani che partecipano a programmi di riduzione del peso (E. Kienzle e R. Berglery).
(brano estratto da Vetpedia)

lunedì 30 gennaio 2012

Intossicazioni animali in Italia: i dati di dieci anni
Vittima principale il cane. Pesticidi e farmaci i maggiori responsabili.

Dal 2000 al 2010, il Centro Antiveleni di Milano (CAV), in collaborazione con la Sezione di Tossicologia della Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano, ha raccolto informazioni epidemiologiche relative alle intossicazioni animali classificandole in una banca dati computerizzata. I dati registrati riguardavano prevalentemente i piccoli animali e in minor grado cavalli, ruminanti e altri animali zootecnici. Poche segnalazioni riguardavano gli animali esotici e nessuna le specie selvatiche.
In Italia, osservano gli autori, i dati pubblicati in proposito sono scarsi, benché si tratti di informazioni cruciali per una migliore gestione delle intossicazioni negli animali domestici, con l'obiettivo di ridurne la mortalità.
Il cane era la specie più comunemente coinvolta.
La maggior parte dei casi di avvelenamento negli animali da compagnia è accidentale (es. esposizione accidentale alla diffusione di spray insetticidi ad uso casalingo), tuttavia è necessario considerare anche le eventualità di avvelenamenti dolosi (ingestione di esche) e la possibilità di intossicazioni  (sovradosaggio o assunzione accidentale di prodotti farmaceutici, applicazione di prodotti destinati ad altra specie, impiego di insetticidi in animali stressati).
La maggior parte dei casi di avvelenamento negli animali è di tipo acuto. L’insorgenza dei primi segni clinici solitamente avviene entro 15 minuti – 1 ora e sono rapidamente seguiti da segni di maggiore gravità. Tuttavia la tempistica varia in funzione della specie animale coinvolta, della molecola e della dose. A causa della variabilità della risposta individuale e del gran numero di molecole che possono causare l’intossicazione, non tutti gli animali avvelenati presentano gli stessi sintomi.
I sintomi iniziali  possono includere:
Ipersalivazione
Lacrimazione
Urinazione
Ipermotilità gastrointestinale e defecazione, diarrea
Aumento dei rumori respiratori a causa di broncocostrizione e/o eccessiva secrezione bronchiale
Rallentamento della frequenza cardiaca
Restringimento del diametro pupillare